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TRADUZIONE LETTERALE
DEI PRIMI OTTO CAPI DELL' ANTOLOGIA
(Vedi la Prefazione).
I. il re Hôsheng. (Vedi l'Introduzione premessa al testo).
[1] Siyâmek
سیامک
siyâmak
fortunato
خجسته
#ḫuǧistah
aveva
داشت
#dâsht
un
یکی
#yekî
figlio
پور
#pûr
[2] che
که
presso
نزد
#nazd
l'avo
نیا
[suo] <note>Gayûmers, padre di Siyâmek, primo re e primo uomo, v. il Vocab.</note>
teneva
داشت
il posto di
جای
consigliere.
#jây-e
دستور
#dastûr
[3]
Di [questo] valoroso
گرانمایه را
#girân-mâyâh
il nome
نام
#nâm-e
era
بود
Hôsheng;
هوشنگ
#hûšang
[4] tu
تو
diresti che
گفتی
[egli]
era
بود
[0]
همه
la Prudenza
هوش
#hûš
e
و
l'Avvedutezza
فرهنگ
#farhang
[in persona].
[5]
Presso
نزد
#nazd
all' avo
ییا
#nîâ
[suo] egli era
[come]
un ricordo
یادگار
yâd-gâr
del padre suo <note>Siyâmek, il padre di Hôsheng, era stato ucciso dal Dêvo Nero</note>,
پدر
#padar
[6]
e
[quest']
avo
ننیا
nîâ
l'
مق او را
mar û ra
aveva allevato
پروریده
parvarîda
nel
به
be
[suo]
grembo.
بر
[7] L'avo (ash dipende da dâshti) lo teneva in luogo del figlio,
[8] e, fuor di lui, non poneva su nessun altro gli occhi (sing.).
[9] Allorquando egli pose il cuore (pensò, ebbe intenzione) alla vendetta ed alla guerra <note>per vendicar la morte di Siyâmek</note>,
[10]chiamò [a sè] quel valoroso Hôsheng,
[11] tutte le cose che dovevano avvenire, a lui raccontò,
[12] tutti i secreti gli aprì dall'intimo [dell'animo, dicendo]:
[13] lo voglio fare (radunare) un esercito,
[14] voglio levare un grido [di guerra].
[15] A te intanto esser conviene il capitano,
[16] poichè io sono per andare (cioè son vicino a morire,
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sono vecchio e non posso sostener la fatica di guidare un esercito) e tu sei novello (giovane) capitano.
Cosi egli (Gayûmers) radunò Perî (v. il Vocab.), pantere e leoni, tra gli animali sbrananti radunò lupi e tigri coraggiose (Gayûmers qui raccoglie nel suo esercito anche le fiere, e ciò in forza del concetto che il male rappresentato dai Devi si fa sentire a tutte le creature, e però tutte, comprese le fiere, devono combatterlo' secondo le loro forze). Era un esercito di animali e di uccelli e di Perî, e il capitano precedeva con lorica e valore. Dietro al tergo dell'esercito stava re Gayûmers, e il nipote suo (Hôsheng) andava innanzi con l'esercito.
Venne allora il Dêvo Nero pieno di terrore e sgomento, e intanto fino al cielo egli spargeva (sollevava) la polvere; per gli urli delle fiere laceranti (armate d'artigli) le branche (al sing.) del Dêvo restarono rintuzzate agli occhi del re del mondo (Gayûmers). Ambedue le schiere caddero insieme (si scontrarono), e i Dêvi furono oppressi (sgominati) dalle fiere (dell'esercito di Gayûmers). Hôsheng allora, come leone, allungo la mano, e fece angusto il mondo (frase iperbolica per dire: ridurre all'estremo qualcuno) al maligno Dêvo; gli trasse da capo a piedi tutto insieme un vincolo di cuoio (lo legd da capo a piedi); il capitano (Hôsheng) gli troncò quella testa senza pari (orribile più di ogni altra); lo gettò ai suoi piedi e lo calpesto ignominiosamente, dopo avergli (lett. sopra di lui) lacerata la pelle, dopochè ogni cosa fu ridotta all'estremo per lui.
Quando Gayûmers riuscì quale esattore di quella vendetta, giunse per Gayûmers la vita alla fine. Egli se ne andò (morì), e il regno del mondo rimase di lui come eredità; e tu osserva a chi mai dopo di lui toccherà un simile onore. Egli occupò (domino) il mondo inganna-
1. Questa idea è stata più ampiamente svolta nel mio Discorso sull Epopea persiana premesso ai miei Racconti Epici di Firdusi, c. II, 9.
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tore; percorse la via dell' utilità in pro degli uomini, ma egli non godè alcun frutto. Il mondo da capo a fondo è come una illusione e anche di più; in esso non dura il male e il bene per nessuno.
Hôsheng quindi, signor del mondo, con senno e giustizia in luogo dell'avo suo si pose sul capo la corona. Si rivolsero sopra di lui quaranta giri annui di sole, su di lui cioè pieno il cervello (la mente) di senno e pieno il cuore di giustizia. Allorquando egli si fu seduto sul trono della grandezza, così parlò su quel soglio della maestà reale: Sopra i sette climi (kishvar, v. il Vocab.) sono io re, vittorioso in ogni luogo e di libera volontà, per comando di Dio vittorioso, cinto strettamente la cintura (cioè sempre pronto, lat. accinctus) per la giustizia e la liberalità.
D'allora in poi egli abbellì tutto insieme il mondo e fè piena di opere di giustizia la faccia del mondo. Primieramente gli venne alle mani (gli accadde di scoprire) una nuova materia, ed egli con sapienza separò la pietra dal ferro (scoprì l'uso del ferro). Fece egli capitale (cioè sorgente di ricchezza) il ferro risplendente che egli da quelle rupi traeva fuori. Quand' egli ebbe conosciuto (appreso) tutto ciò, fece (esercito) l'arte del fabbro, inquantochè di esso (di ferro) compose bipenni, seghe e scuri. Quando ciò fu fatto, egli fece (trovò) l'arte dell'acqua, la trasse cioè dai fiumi (sing.) e inaffið (lett. accarezzò, abbelli) la campagna. Fece (aprì) la via all' acqua per i rigagnoli e i ruscelli (sing.), e con la sua reale maestà abbreviò la fatica del lavorar la terra. Allorquando gli uomini, fatti da lui sapienti in ciò, progredirono fino a spargere la semenza e ad attendere alla seminagione e alla mietitura, ciascheduno di essi d'allora in poi si preparò il proprio pane, lavorò la terra e conobbe i proprii confini, inquantochè prima che questi fatti (queste cose) fossero preparati (compiuti), non vi era cibo (plur.) alcuno fuor dei frutti
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degli alberi, e tutte le opere (sing.) degli uomini non erano in buona condizione, perchè il vestire di loro tutti era, allora, soltanto di foglie.
Gli avi nostri avevano anche una legge e una religione e l'adorazione divina (di Dio) era dinanzi (cioè era in onore). A quel tempo era il fuoco che ha bel colore, come (quale) è ora per gli Arabi il tempio della Pietra sacra (posta nella Kaaba, v. il Vocab.; Firdusi scriveva nel 1000 e la Persia già erasi convertita alla religione degli Arabi); ma il fuoco che è nascosto dentro le pietre, per lui (Hôsheng) venne manifesto (venne alla luce; Hösheng trovò l'uso del fuoco), dal qual fuoco si sparse poi la luce nel mondo.
Un giorno il re del mondo (Hôsheng) si recò al monte con alcuni in compagnia, quando gli apparì di lontano una cosa lunga, di colore oscuro, di nero corpo e veloce al corso. Due occhi aveva al di sopra della testa come due fonti di sangue; e pel fumo della bocca sua il mondo diveniva di color fosco. Osservò quella cosa Hösheng con attenzione e prudenza, prese una pietra e mosse a battaglia. Con la sua eroica forza, scagliando la pietra, stese la mano, ma il serpe che il mondo ardeva, saltò lontano dal cercante il mondo (che cerca il potere del mondo, principe). Sopra una grossa pietra urtò la pietra piccola, e l'una e l'altra pietra si ruppero in parte. Uno splendore apparì da ambedue le pietre, e quel luogo petroso divenne color di fuoco per lo splendore. Non restò ucciso il serpe; ma, dal secreto (dal luogo dov'era nascosto), da quella pietra cioè, uscì il fuoco. Quando alcuno batte il ferro sopra una pietra, da essa vien fuori una luce. Il re allora, signor del mondo, dinanzi al Creator del mondo fece adorazione e ne celebrò le lodi, perchè gli aveva dato in dono quella luce; ed egli quindi in quel momento fece sì che il fuoco fosse quello a cui si volgessero gli uomini nel pregare (v. il Vocab.). E disse:
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È questa una luce divina; è d'uopo adorarla, se pure siete voi (sing.) assennati. Venne la notte, ed il re accese un fuoco come un monte, ed egli stava in giro attorno ad esso con la sua gente. Fece festa in quella notte e bevve vino, e fece (destinò) il nome di Sadeh a quella festa felice. Questa festa Sadeh rimase qual ricordo di Hôsheng; possano essere molti i principi come lui! poichè egli col far bello il mondo, lo rese felice, e gli uomini . fecero ricordanza di lui in bene.
Con tale gloria divina e tale potenza di re, dalle fiere selvagge, dagli onagri e dai cervi procaci separò i bovi, gli asini e le pecore (sing. collett.), e trasse al lavoro quelli tra essi che erano utili. Il re del mondo Hôsheng con avvedutezza disse alla gente: Teneteli separati a coppie a coppie, con essi lavorate, da essi traete utile e allevateli perchè rechino tributo a voi medesimi. Dei quadrupedi uccise quelli di cui è utile il pelo; e trasse loro la pelle, come scoiattoli, armellini e volpi astute, e in quarto luogo conigli che hanno molle il pelo. In tal maniera con la pelle dei quadrupedi vestì la statura (il corpo) dei parlanti (degli uomini; v. il Vocab.). Così egli fece doni e fu liberale e godette e fu contento, poscia morì (lett., andò), nè restò di lui che la fama sua buona. Per quarant' anni, con soddisfazione e contentezza, con giustizia e liberalità esistette (visse) quel glorioso. Molti dolori sopportò in questa vita con cure e pensieri innumerevoli; ma quando sopravvenne anche per lui il tempo del bene (del morire), di lui rimase qual retaggio il trono della grandezza; il fato non gli concesse lungo tempo di vita, e partissi dal mondo quel re Hôsheng con la sua prudenza. — Il mondo non stringerà mai amicizia con te, nè mai ti mostrerà aperto il volto (così parla Firdusi della instabilità della fortuna).